giovedì 30 giugno 2016

La maledizione della sedia di Thomas Busby

Come ben sappiamo sin dall'antichità, fino ad arrivare ai giorni nostri, il mondo è sempre stato pieno di oggetti o anche luoghi considerati da molte persone, maledetti e portatori di sciagure.
Molto spesso quelli che vengono definiti ''oggetti maledetti'' hanno dietro una storia inquietante, insolita e nella maggior parte dei casi perfino raccapricciante che di solito è legata direttamente ai legittimi proprietari che in qualche modo è come se avessero lasciato parte dei loro tormenti in essi, facendoli poi divenire fonte di sventura per coloro che vi entrano in contatto.
Parecchie persone si tengono a debita distanza da questi oggetti che hanno perfino causato stragi e rovinato intere famiglie.
La storia che oggi vi voglio proporre ha come protagonisti un uomo e la sua sedia ...


Thomas Busby e la sua sedia maledetta.


La storia ha inizio nel 1702. Ci troviamo, questa volta, in Inghilterra e più precisamente nella cittadina di Thirsk nel North Yorkshire. Daniel Awety era un falsario professionista, vale a dire colui che conia monete o banconote spacciandole per autentiche ma senza permesso alcuno.
Daniel aveva una figlia di nome Elizabeth, la quale sposò Thomas Busby, un uomo del posto che amava recarsi con regolarità in un pub sulla Carlton Road. Thomas era conosciuto da tutta la gente del luogo come un inguaribile ubriacone sempre in cerca di guai e, dopo aver sposato Elizabeth, entrò anche lui, insieme al suocero, nel business illecito della contraffazione di monete.
Tutto sembrava apparentemente tranquillo ma questa tranquillità stava per essere definitivamente frantumata. Come vi ho accennato poc'anzi, Thomas, era un inguaribile ubriacone che amava consumare intere pinte di birra e quando alla sera tornava a casa ubriaco era solito picchiare brutalmente la moglie. Tutto ciò infastidiva enormemente il suocero, infatti tra i due non mancavano mai gli screzi ed i contrasti.
Una sera però, quando Thomas rientrò in casa, come sempre ubriaco, trovò suo suocero Daniel seduto sulla sua sedia di legno preferita...
Dovete sapere che Thomas non permetteva mai a nessuno di utilizzare la sedia in questione...
A questo punto, tra i due scoppiò una furiosa lite e infine Thomas cacciò via il suocero che, prima di andarsene, si voltò e lo redarguì aspramente dicendogli che presto, se la situazione non fosse cambiata, avrebbe portato con se sua figlia e inoltre, aggiunse che i loro affari, per quanto riguardava la contraffazione di monete, potevano definirsi conclusi. Busby, furioso al solo pensiero di perdere sua moglie e tra l'altro infastidito anche dall'arroganza con cui il suocero al suo rientro era seduto sulla sua sedia, più tardi, quella stessa notte, si diresse verso la casa del suocero per ucciderlo. Ci sono due versioni per quanto riguarda il modo con cui l'uomo venne ucciso. La prima ci racconta che Thomas uccise il suocero con un colpo di martello, che si rivelò essere mortale, mentre altre versioni di questa storia, ci raccontano, invece, che Daniel fu strangolato.
Busby successivamente, venne arrestato e da quel momento fu considerato da tutti un assassino e un uomo senza scrupoli.
Nell'estate del 1702 fu processato a York Assizes e condannato alla forca. Prima di essere impiccato su un patibolo che era stato posto proprio di fronte alla sua locanda prediletta, Busby, prima di essere giustiziato, formulò il suo ultimo desiderio, che fu quello di consumare la sua ultima birra nel suo locale preferito seduto sulla sua sedia. Il giudice sbigottito per questa richiesta insolita,acconsentì però, ad assecondare la sua ultima volontà
Quando ebbe finito, prima di alzarsi, lanciò quella che sembrò essere a tutti gli effetti una vera e propria maledizione, infatti disse che chiunque avesse osato sedersi sulla sua sedia sarebbe morto in maniera violenta ed improvvisa. Pochi minuti dopo aver formulato la sua maledizione venne decapitato.
La locanda venne successivamente ribattezzata Busby Stoop Inn.


          
Il nuovo proprietario però, inizialmente, non credeva in questa maledizione e infatti la sedia rimase sempre allo stesso tavolo per l'uso dei clienti, come una qualsiasi altra sedia.
Da quel giorno in poi cominciarono ad accadere cose davvero strane...
Ci sono molte storie che parlano di diversi temerari che hanno osato sedersi su questa sedia ma che poco tempo dopo hanno tutti perso la vita in strani incidenti.
Tra le tante storie che si diffusero con il passare del tempo, c'è ne una che ha segnato particolarmente, in maniera alquanto negativa, i cittadini del posto.
Nel 1894 uno spazzacamino in compagnia di un suo amico, si recarono al Busby Stoop Inn per bere... Indovinate dove si era accomodato lo spazzacamino ...
Proprio così, lo sventurato si era seduto sulla sedia di Thomas Busby. Fin qui niente di particolarmente sconcertante...
Ma quando, ormai ubriachi, decisero di lasciare la locanda nel bel mezzo della notte, grande fu la sorpresa quando la mattina seguente l'uomo venne trovato impiccato proprio vicino al punto in cui era stato giustiziato Busby. La polizia, non avendo trovato un colpevole archiviò il caso dichiarando che si era trattato di un suicidio.
Si è davvero trattato di una semplice coincidenza?!
Curioso è anche il fatto che durante la seconda guerra mondiale, c'era un campo di aviazione nelle vicinanze, La Royal Canadian Air Force, per cui molti soldati si recavano regolarmente al Busby Stoop Inn per consumare i loro pasti.
Si racconta che gli aviatori che si sono seduti sulla sedia di Thomas Busby non siano mai più ritornati. 
Si tratta ancora di pura coincidenza?
Tony Earnshaw, uno dei tanti proprietari della locanda, non era un uomo particolarmente superstizioso, anzi, inizialmente definì la maledizione della sedia come una ''sciocchezza'', ma in seguito ai vari incidenti mortali cominciò a cambiare idea...
Fu proprio il signor Earnshaw a riferire la storia di un gruppo di muratori che era solito frequentare la locanda durante la pausa pranzo. Tra questo gruppo di muratori, spiccava un giovane, il quale, spinto anche dai suoi compagni, si munì di coraggio e si sedette sulla sedia...
Che fine avrà mai fatto il giovane?
Più tardi sul posto di lavoro, il ragazzo cadde dal tetto e perse la vita. In seguito alla morte di quest'ultimo, il signor Earnshaw decise di spostare la sedia in cantina.
Nel 1978 però, un dipendente, osservando la sedia in cantina decise di provarla e tra l'altro comunicò al signor Earnshaw quanto fosse confortevole sedercisi sopra...
Poche ore dopo l'impiegato, che doveva compiere una consegna in macchina, uscì inspiegabilmente fuori strada schiantandosi contro un muro... Morì sul colpo.
A questo punto Earnshaw decise di donare la sedia al museo di Thirsk a condizione però che non venga mai permesso a nessuno di utilizzarla.
Oggi la sedia si trova sulla parete del museo e da allora nessuno l'ha mai più utilizzata.
Non sono più avvenute strane morti o incidenti legati alla sedia ma si dice che la maledizione sia tutt'altro che finita. Alcuni infatti raccontano che se ti siedi nel punto in cui Busby amava sedersi e guardi fuori dalla finestra, puoi vedere il corpo impiccato di Thomas Busby che ti osserva...
Forse si tratta di storie inventate o pure coincidenze ma probabilmente c'è davvero qualcosa di maledetto in quella città...

martedì 28 giugno 2016

Pascualita - Semplice manichino o cadavere perfettamente imbalsamato?

Questa volta ci troviamo in Messico e più precisamente nella cittadina di Chihuahua, dove si trova un piccolo negozio di abiti da sposa, ''La Popular'', che è al centro di un mistero davvero raccapricciante ed inquietante, dal 1930.


Nella vetrina del negozio si può notare uno strano manichino che però, secondo la leggenda del luogo, sarebbe in realtà, la figlia, morta, della proprietaria del negozio...
Ma cominciamo dall'inizio...

La storia ci racconta che Pascuala Esparza, ossia la proprietaria di questo negozio di abiti da sposa, aveva una figlia che nel 1930 si sarebbe dovuta sposare. La madre, per l'occasione le aveva fatto preparare e confezionare un bellissimo abito da sposa. Sfortunatamente, però, la sera prima del grande evento, la ragazza morì tra le braccia della propria madre perché fu morsa da un ragno velenoso.
Sicuramente il dolore più grande e straziante che un genitore possa provare è appunto quello di dover seppellire il proprio figlio e fu proprio per questo motivo che Pascuala, inconsolabile e devastata dal dolore per la sua perdita, si dice che avrebbe sottratto il corpo della figlia alle autorità e che l'avrebbe fatto imbalsamare per poi esporlo nella vetrina del suo negozio come manichino. Fin dalla sua prima esposizione avvenuta nel marzo del 1930, la Pascualita, come venne poi chiamata dagli abitanti del luogo (che letteralmente significa ''piccola Pascuala'' ossia ''la figlia di Pascuala''), attirò gli sguardi di moltissima gente proprio perché le sue fattezze non sembravano per niente appartenere ad un ''normale'' manichino.


                                                                 




Il suo sguardo sembrava troppo reale ed umano...
Alcuni giurano e spergiurano di aver visto la Pascualita chiudere ed aprire gli occhi, inoltre, la cura nei dettagli era ed è estremamente precisa. Il ''manichino'', quindi, oltre a somigliare alla proprietaria del negozio, era caratterizzato da particolari perfetti, corrispondenti in tutto, ad un vero e proprio corpo umano. Non aveva niente a che vedere con i normali manichini che molto spesso ci capita di vedere nelle vetrine dei negozi di abbigliamento. Le mani soprattutto sono incredibilmente dettagliate e presentano addirittura le impronte digitali, in più possiamo anche notare dettagli riguardanti unghie e pellicine...
Guardate voi stessi l'estrema precisione....


                           
Con il passare del tempo, cominciarono ad accusare la proprietaria, di aver esposto in vetrina il cadavere della propria figlia e si svilupparono, inoltre, numerose manifestazioni contro la proprietaria del negozio che all'inizio, non negò che fosse realmente il corpo della figlia deceduta ma poi, con il passare dei giorni, la situazione stava letteralmente degenerando e quindi la donna si affrettò a negare il tutto. Nonostante le varie rivolte, il manichino è sempre rimasto in vetrina anche con il susseguirsi dei vari proprietari.
C'è un vero e proprio viavai di persone che vanno a visitare questo manichino ma, sono proprio gli abitanti del luogo che dicono di averla vista molto spesso muoversi o spostarsi autonomamente e perfino cambiare espressione del viso. Ci sono numerosi video su YouTube in cui si può vedere l'espressione del viso della Pascualita cambiare, come se stesse quasi sorridendo.
Una cosa alquanto strana è che al ''manichino'' viene molto spesso cambiato l'abito,pare che lo cambiano due o tre volte alla settimana... e fin qui non ci sono stranezze...ma dovete sapere, che quando questo processo avviene, si dice che,solamente un gruppo limitato di impiegati possono farlo proprio perché non è permesso a tutti di vedere cosa in realtà si cela sotto l'abito della Pascualita. Il tutto avviene, meticolosamente, a tende chiuse dietro un paravento.
Ci sono, però, alcune testimonianze di persone che si occupavano proprio del cambio d'abito e che raccontano che il manichino è talmente realistico e perfetto che ha addirittura delle vene varicose su gambe e braccia...
A questo punto, una domanda sorge spontanea ....
Per quale motivo questo manichino,sempre se si tratta realmente solo di un semplice manichino, ha disegni di vene varicose su braccia e gambe?! ...e inoltre...Perché se è solo un ''semplice'' manichino il processo del cambio d'abito rimane,ancora oggi, cosi segreto e riservato?!
Chi è davvero La Pascualita?!

La Ichimatsu di Okiku

Le bambole, ormai da secoli, influenzano fortemente la tradizione culturale giapponese e rappresentano, principalmente, l'aspetto spirituale di questa cultura. Secondo lo Shintoismo, antica religione giapponese, le bambole hanno una loro anima e vengono, addirittura, utilizzate per proteggere e purificare chi le possiede, assumendo quindi, la valenza di veri e propri oggetti sacri. Le Ichimatsu Ningyo sono le più celebri, originariamente create per riprodurre e replicare le sembianze del famoso divo del Kabuki, forma di arte teatrale giapponese, Sanogawa Ichimatsu. Le bambole Ningyo, il cui nome significa ''figura/forma umana'', sono caratterizzate da particolari davvero dettagliati e ben realizzati. Da quando hanno cominciato a diffondersi, nel corso del tempo, sono state riprodotte in varie forme, di diversi colori e materiali.

La storia che sto per narrare ha come protagoniste una Ichimatsu e la sua piccola proprietaria.


                                                   La Ichimatsu di Okiku 


Correva l'anno 1918 e un ragazzo di 17 anni, Eikichi Suzuki, durante un viaggio a Sapporo, capoluogo della prefettura di Hokkaido, dopo essere rimasto affascinato da una bambola Ichimatsu, che li ricordava la sua piccola sorellina di soli due anni, decise di acquistarla per portargliela in dono.
Okiku, questo era il nome della bambina, era molto felice della sua meravigliosa bambola, ci giocava ogni giorno e arrivò perfino a chiamarla con il suo stesso nome. Erano decisamente inseparabili. Poco tempo dopo, però, la piccola Okiku si ammalò e morì, successivamente, nel 1919, a causa di una grave polmonite. Considerato il forte legame che la bambina aveva con la sua bambola, venne suggerito ai suoi famigliari, di seppellirla insieme a lei, ma a tumulazione fatta, i genitori di Okiku, si accorsero, con grande dispiacere e rammarico, di essersi dimenticati di seppellire la bambola insieme alla loro piccola figlia.
Dispiaciuti, decisero così di sistemare la bambola sull'altare che avevano fatto costruire in memoria di Okiku, dove ogni giorno si recavano per pregare.
Con il passare dei giorni, però, notarono un particolare alquanto strano e decisamente parecchio insolito...
Si accorsero, infatti, che i capelli della bambola, una volta lunghi solo fino alle spalle, stavano crescendo di giorno in giorno. I genitori interpretarono, questo strano avvenimento, come un segno che lo spirito della bambina risiedeva nella bambola.
        


Nell'agosto del 1938, la famiglia di Okiku fu costretta a trasferirsi ma non vollero portare la bambola insieme a loro perché pensavano che se l'avessero allontanata dalla tomba di Okiku, lo spirito della bambina non avrebbe più avuto un posto in cui stare, e quindi il fratello, unico erede rimasto della famiglia Suzuki, dopo aver ricevuto la chiamata alle armi, decise di affidare la bambola ad un monaco del tempio Mannenji, che si trovava nell'isola di Hokkaido. Il monaco fu informato sulla storia di Okiku e di come i capelli della bambola crescevano inspiegabilmente e con il passare del tempo notò che, effettivamente, era tutto vero.
I capelli della bambola continuavano a crescere e quando Eikichi tornò successivamente al tempio, rimase meravigliato nel notare che i capelli della bambola erano arrivati fino alle ginocchia.
La bambola oggi, si trova ancora nel tempio Mannenji ad Hokkaido dov'è possibile anche vederla, perché esposta in una teca.




 Nonostante le vengano periodicamente tagliati i capelli attraverso una specifica cerimonia, questi continuano a crescere fino a raggiungere i 25 cm di lunghezza.
La bambola, in questione, è di porcellana, alta 40 cm con intensi occhi neri ed indossa un kimono bianco e rosso.
Nel corso del tempo furono effettuati svariati test, per cercare di spiegare questo strano e misterioso fenomeno ma, non si arrivò mai ad una conclusione...
Questa storia rimane ancora oggi un MISTERO IRRISOLTO...
                                                   

lunedì 27 giugno 2016

Carl Tanzler - Uomo perdutamente innamorato o semplicemente necrofilo fortemente ossessionato?

Quella che sto per riportarvi è una storia, decisamente macabra e anche parecchio insolita, che ha suscitato parecchio scalpore e che vi farà senz'altro accapponare la pelle...
                                                è la storia di Carl Tanzler...
             


Carl Tanzler, noto anche come Conte Carl Von Cosel, nacque a Dresda nel 1877, è stato un medico tedesco che nel 1927 divenne radiologo presso il Marine Hospital a Key West, in Florida.
In quegli anni la tubercolosi o tisi, malattia infettiva causata da vari virus, batteri o miceti, mieteva moltissime vittime. Tanzler era stato affidato al reparto di tubercolotici, e durante gli anni ha purtroppo dovuto assistere alla morte di tutti i suoi pazienti, che erano tra l'altro gli unici amici che aveva, proprio a causa di questa tremenda malattia. Carl, non era psicologicamente molto stabile, e in seguito scoprirete il perché, ed essendo molto sensibile ed emotivo ogni volta che un suo paziente veniva a mancare, spinto dalla sofferenza, inventava cure, e si vantava di aver ricevuto prestigiosi premi. Fu proprio questo suo continuo vantarsi che portò, in seguito, perfino a dubitare della veridicità della sua laurea in medicina.                                                                                        
Molto spesso sosteneva di ricevere visite, in sogno, da una sua defunta parente che gli mostrava una donna bellissima, dicendogli che questa sarebbe diventata il suo più grande amore.               
Nell'Aprile del 1930 Tanzler incontrò una donna e in quel preciso momento capì subito che si trattava della stessa donna che la sua defunta parente gli mostrava continuamente in sogno. Si trattava di una ragazza di 20 anni, Elena Milagro Hoyos




Sfortunatamente era anch'essa malata di tubercolosi e tra l'altro aveva perso anche molti famigliari e amici, morti proprio a causa della terribile malattia. Spinto dall'amore, ed in particolare dalla forte ossessione che nutriva nei confronti della ragazza, Carl, decise di fare tutto pur di salvarle la vita. Cominciò, così, a sperimentare su Elena svariate tipologie di cure e metodi non convenzionali, da lui stesso inventati, ma ancora mai davvero testati. Mentre i giorni passavano l'ossessione di Carl cresceva a dismisura, si era dichiarato a lei sommergendola di regali, ma Elena non ricambiava il suo amore e non ne voleva proprio sapere. Carl, però, era sicuro che se fosse riuscito a salvarle la vita, lei lo avrebbe sicuramente amato.   
Nel 1931, sfortunatamente, nonostante i suoi sforzi per tenerla in vita, Elena morì, gettando Carl nella disperazione più totale. Con il consenso dei famigliari sopravvissuti, le fece costruire un mausoleo dove ogni giorno si recava per trascorrere lunghe ore insieme alla sua amata.          
I famigliari di Elena, erano commossi dall'affetto e dall'attenzione che Tanzler mostrava nei confronti della giovane ragazza, ormai morta, ma quello che ignoravano era che l'ossessione di Carl nei confronti di Elena stava davvero per prendere una brutta svolta.
A due anni dalla morte della ragazza, precisamente nell'aprile del 1933, Tanzler, trafugò la salma e la portò a casa con sé. Erano ormai passati due anni, per cui il corpo di Elena era in avanzato stato di decomposizione, cosa che Tanzler, non riusciva ad accettare.
                                                                  

                                                            

Dopo aver cercato inutilmente di riportarla in vita con metodi, tra l'altro, da lui stesso inventati, decise di lottare contro il decadimento di quel corpo.
Per prima cosa, cercò di collegare le ossa di Elena con del filo di ferro per cercare di ricomporla nel miglior modo possibile. Successivamente, la vestì e addirittura inserì, nelle sue orbite, due occhi di vetro, per sostituirli a quelli originali, ormai consumati, e la adagiò sul suo letto.
Da quel momento, cominciarono a dormire insieme anche se lo stato di decomposizione del corpo di Elena ad un certo punto, cominciò ad essere tale per cui la pelle, si era completamente disintegrata e i capelli ormai non c'erano più. Carl, quindi, per sostituire la pelle, ormai inesistente, usò seta imbevuta di gesso e cera e, con dei capelli veri della ragazza, che li erano stati donati dalla madre di Elena subito dopo il funerale, decise di creare una parrucca per il cadavere. Riempì il corpo di stracci, imbevuti di profumo, creme, disinfettanti e composti chimici per mascherare l'odore della carne ormai marcescente.
                                                         Questo fu il risultato...

                                     
     
                                                     



La svolta, si ebbe nel 1940, quando alcune voci giunsero alle orecchie della sorella di Elena che decise così di recarsi a casa di Carl per vedere, eventualmente, il tutto con i propri occhi. Quello che la sorella effettivamente vide, fu decisamente terribile e quindi, incredula ma soprattutto inorridita fece arrestare Carl che però, venne subito rilasciato poiché erano ormai passati più di cinque anni dal crimine commesso. Secondo alcuni testimoni, presenti durante l'autopsia sul cadavere di Elena, pare che Carl avesse addirittura inserito un tubo nella parti intime della ragazza per consumare rapporti sessuali.                                                                               
Questa terribile vicenda fu riportata da tutti i giornali ma, l'opinione pubblica, considerava Carl, più come un romantico che, al contrario, come un disturbato mentale. Uscito di galera, non riuscì a placare la sua ossessione e decise così di costruire una copia raffigurante Elena, il suo amore  perduto, con il quale visse fino alla sua morte.                                                                                 
Ci sono, inoltre, due LEGGENDE legate a questa terribile storia. La prima vuole che il dottore fu trovato morto tra le braccia della copia del cadavere di Elena, mentre la seconda, decisamente più macabra, sostiene che Tanzler sia riuscito a sostituire il finto ''manichino'' con il vero cadavere di Elena e quindi, che sia morto tra le braccia del suo vero amore.                                                                                                                        

domenica 26 giugno 2016

Altre Dimensioni - Il mistero dell'uomo di Taured

Esistono universi paralleli?
Vi dice qualcosa la ''teoria delle stringhe'' ideata dal noto fisico teorico Michio Kaku secondo la quale esisterebbero universi paralleli?!?
La storia che sto per raccontarvi tocca perfettamente l'argomento e ancora oggi ci lascia con enormi interrogativi.
Questa vicenda rientra perfettamente nei MISTERI IRRISOLTI.
Correva l'anno 1954, quando durante una giornata apparentemente normale,all'aeroporto di Haneda a Tokio, un uomo dall'aspetto caucasico e dall'abbigliamento particolarmente formale si avvicinò allo sportello della dogana per i soliti controlli. 
Gli ispettori di sicurezza,però, controllando il passaporto di quest'uomo dall'aria enigmatica,notarono un particolare bizzarro e tra l'altro anche alquanto insolito. Il passaporto dell'uomo,infatti,seppur dall'aspetto originale, riportava un particolare davvero inconsueto...il nome del luogo da cui era stato emesso il documento dell'uomo era un paese chiamato TAURED. La cosa turbò ed insospettì parecchio i funzionari anche perché nella realtà effettiva non esiste nessun luogo o paese chiamato Taured ...questo almeno nella nostra dimensione. Dal documento traspariva che l'uomo aveva effettuato diversi viaggi in quasi tutta l'Europa e inoltre il documento in questione riportava i timbri dei precedenti viaggi che l'uomo aveva compiuto proprio a Tokio come tra l'altro egli stesso aveva anche dichiarato. A questo punto l'uomo del mistero venne fermato all'aeroporto per essere interrogato mentre il suo passaporto veniva analizzato da mani esperte.
All'uomo venne chiesto anche di mostrare altri documenti ,come per esempio la carta d'identità, per verificare e certificare la sua vera provenienza. Con grande stupore da parte dei funzionari, tutti i suoi documenti erano stati emessi dalla Repubblica di Taured.
Confusi e ancor più sbalorditi,gli ispettori di sicurezza, chiesero all'uomo di mostrare ed indicare il luogo su una cartina geografica ed egli, puntò il dito sul Principato di Andorra ma si mostrò,al tempo stesso, molto incerto, confuso ed irritato...vi starete chiedendo il Perché...
ebbene si, il nostro uomo del mistero non aveva mai sentito parlare del Principato di Andorra e tra l'altro si mostrò anche molto offeso e preso in giro perché affermò che la cartina non era giusta in quanto il suo paese di origine si trovava proprio nel punto da lui indicato ma che non si chiamava Andorra bensì Taured.
A questo punto,i funzionari, cercarono di spiegare all'uomo che in realtà la nazione da lui indicata non è mai esistita, ma l'individuo, allo stesso tempo, sempre più irritato, affermava con convinzione che il suo è un paese che esiste da oltre 1000 anni ...
Successivamente, dopo qualche ora, arrivarono anche i risultati da parte degli esperti che avevano effettuato varie analisi dettagliate sul passaporto, ed il responso finale fu che il documento in questione era del tutto autentico come autentici erano anche i timbri dei vari aeroporti internazionali, ma nessuno degli aeroporti aveva confermato di avere mai avuto a che fare con un passaporto proveniente da un luogo chiamato Taured.
Tutta la vicenda rimaneva irrisolta e anzi stava diventando un vero e proprio rompicapo.
Ad un certo punto per fare chiarezza su tutta la questione e cercare, tra l'altro, delle riposte effettive a tutte le loro domande, decisero di condurre l'uomo in un albergo e di sistemarlo in una stanza per poter proseguire con le varie indagini. Davanti all'ingresso della stanza, vennero posizionate delle guardie armate, dato che il mattino seguente, l'uomo, sarebbe stato consegnato agli agenti di sicurezza nazionale specializzati in spionaggio dato che ormai lo si considerava una spia o comunque un pericolo per la sicurezza nazionale giapponese...ma il fatto più strano doveva ancora accadere...
La mattina seguente, infatti, quando venne aperta la camera, l'uomo era inspiegabilmente scomparso e con lui anche tutti i suoi effetti speciali...non vi era nessuna traccia dell'individuo ma la cosa ancora più strana e misteriosa è che l'unica via di fuga, se anche sarebbe voluto fuggire, era la finestra , dato che la porta d'ingresso per la stanza era sorvegliata, ma la stanza del nostro uomo enigmatico era situata in un edificio alto, e quindi, scappare attraverso la finestra significava andare incontro a morte certa data, appunto, l'altezza dell'edificio. La finestra oltre ad essere priva di sporgenze, si affacciava, tra l'altro, su una strada parecchio affollata...
Il dipartimento di Polizia di Tokio, successivamente a quanto accaduto, avviò ricerche ma purtroppo tutte senza esito alcuno...
Che fine ha fatto l'uomo?! Com'è possibile che sia svanito nel nulla?! ...ma soprattutto dove si trova Taured? 
Forse ...in qualche universo parallelo?!? Oppure l'uomo veniva da un futuro lontano?!? 

Un Viaggio nel Mistero








Cosa c'è di vero nei casi che ancora oggi rimangono irrisolti?!? Cosa si cela dietro alle storie che ci vengono proposte e raccontate nei vari libri e documentari televisivi?!
Forse Platone con il suo mito della caverna non aveva tutti i torti...probabilmente siamo tutti quanti prigionieri di una ''realtà'' distorta che non ci appartiene ma che ormai si è radicata nelle nostre menti e nella nostra quotidianità.
MA CHI CI TIENE PRIGIONIERI?!
Purtroppo molte delle domande che ogni giorno ci poniamo non avranno mai delle risposte chiare e definitive ...il nostro è quasi sempre un ''brancolare nel buio'' ma non bisogna mai smettere di cercare ed informarsi perchè é proprio l'INFORMAZIONE l'arma più potente contro una delle più gravi malattie del genere umano...vale a dire l'IGNORANZA!
Non unitevi al ''gregge di pecore bianche'' ma al contrario ponetevi domande,leggete,documentatevi e siate curiosi...